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tribunale novara

BORGOMANERO -28-01-2018- Si era

presentata a casa di quell’anziano, in un paese nei dintorni di Borgomanero, perché aveva saputo che lui aveva "licenziato" la badante e non aveva avuto difficoltà ad ottenere il lavoro. Piano piano il rapporto tra la donna, cinquantenne italiana, residente nel novarese, e l’ottantenne con qualche problema di salute oltre agli acciacchi dell’età, si era consolidato al punto ottenuta la massima fiducia, lui le aveva anche cointestato i suoi conti dandole anche la responsabilità di gestire i soldi. Tutto era filato liscio per circa un anno, poi nell’aprile del 2014 il pensionato aveva avuto un "incidente domestico": era caduto in casa, aveva riportato qualche lesione che, in ragione dell’età avanzata, l’aveva portato ad un ricovero, prima all’ospedale di Borgomanero, poi nel centro di Veruno. Un’assenza da casa di oltre un mese; lo avevano dimesso alla fine di maggio e lei, la badante, era andata all’ospedale a prenderlo, lo aveva portato a casa ma poi, inspiegabilmente, o almeno così aveva riferito ai carabinieri il pensionato, era sparita. Il giorno dopo non si era presentata al lavoro e così tutti gli altri seguenti mandando al suo posto il marito. Era stato durante quel mese che il pensionato si era accorto che “qualcuno” aveva fatto sparire dei soldi - a suo dire una cifra consistente -  dai suoi conti; ci aveva pensato su per un po’ di tempo poi aveva deciso di andare dai carabinieri e in caserma aveva raccontato tutta la storia, sospetti compresi. Ma qualche mese dopo si era ripresentato sostenendo di non essersi accorto che erano sparite anche delle cose, elettrodomestici, biancheria,  coperte, persino un divano. I suoi sospetti cadevano sempre sulla medesima persona, la ex badante, e così i carabinieri erano andati a casa della donna ed effettivamente lei aveva consegnato loro alcune cose che l’anziano sosteneva essere sparite dalla sua abitazione. Nei suoi confronti era partita la denuncia e l’ex badante è finita a processo con l’accusa di appropriazione indebita di una somma di 6000 mila euro e di vari oggetti di proprietà dell’ottantenne. Nel frattempo - sono ormai trascorsi quattro anni dai fatti - il pensionato è deceduto; si tornerà in aula a luglio.

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